Chi siamo: ecco la nostra storia.

La prima missione valdese a Catania

La Chiesa Valdese nasce dall’eresia di Pietro Valdo(1140-1206), un nobile mercante francese di Lione , antesignano di Francesco d’Assisi, il quale scelse di vivere l’esperienza cristiana sull’esempio della comunità degli Apostoli. Spogliatosi dei suoi beni per darli ai poveri, viveva di elemosina. Senza abbandonare la fedeltà al papa, Pietro Valdo fondò il movimento “Poveri di Lione”, ma fu scomunicato ed espulso dalla città come eretico alla fine del 1184. Il 22 giugno 2015, Papa Francesco ha visitato il Tempio Valdese di Torino (il principale d’Italia). Primo pontefice in visita ad un luogo di culto riformato, con atto che resterà certamente storico, ha fatto ammenda per le persecuzioni e gli eccidi a danno dei Valdesi nelle passate epoche (1712 morti solo nel 1656). La Comunità catanese ha ancor oggi sede nel tempio cittadino eretto- secondo un’epigrafe scolpita sulla parete dello stesso- il 12 gennaio 1890. A fondarla, intorno al 1870, il Pastore Alfio Bellecci, ex prete cattolico catanese convertitosi all’evangelo sulla scia dei primi missionari valdesi giunti in Sicilia al seguito dei Mille (1860). Il loro nome era “Colportori”, termine riferito alla consuetudine di recare al proprio seguito la Bibbia per diffonderne il verbo in modo diverso da quanto avveniva con la Messa recitata in latino. I Colportori provenivano dalla Val Pellice, una delle valli alpine piemontesi che, insieme alla Val Chisone e alla Valle Germanasca, costituì luogo di rifugio fin dall’epoca medioevale per gli Evangelisti Valdesi perseguitati in Francia e nell’Italia del nord. Aree che oggi, note appunto come Valli Valdesi, registrano una particolare presenza delle comunità di questo credo.

La presenza evangelica in Sicilia può essere studiata a partire da due filoni che si sviluppano parallelamente trovando dei punti di convergenza che daranno vita alle chiese evangeliche in modo particolare nelle grandi città. Un filone è dato dalla presenza, nelle grandi città, Palermo (1861), Catania (1862) e Messina (1869), di gruppi protestanti stranieri, commercianti o rappresentanti diplomatici. Questi nuclei erano coordinati da una generazione pastorale molto attiva che credeva fortemente nell’evangelizzazione (ricordiamo Giorgio Appia (1827-1910) e John Simpson-Kay (1831-1887). L’altro filone è la presenza di personaggi chiave che, con la loro vocazione e con le loro attività diedero impulso decisivo allo sviluppo delle comunità valdesi. Nel caso di Catania l’opera è legata alla figura di un ex sacerdote cattolico, Alfio Belleci, che attraverso la lettura del Nuovo Testamento e degli scritti di Luigi Desanctis, teologo e polemista, ne rimane favorevolmente colpito tanto da coinvolgere amici e personaggi influenti in un vero e proprio movimento che porta al coinvolgimento di personaggi chiave quali il pastore J.S. Kay. Questi si ferma 40 giorni in città dando poi vita al primo nucleo evangelico, prima a casa del Belleci e poi in un locale affittato all’uopo. Dopo qualche anno di intensa attività di evangelizzazione, nel 1869, con la presenza di Appia, Kay e dei pastori Augusto Malan e Benedetto Lissolo, nasce ufficialmente la Chiesa valdese di Catania.  Prima comunità evangelica di Catania, altre chiese riformate sono tuttavia venute in essere sul territorio, quali la Confessione Evangelica Battista con sede in Via Luigi Capuana, che si rifà invece alla tradizione del Nuovo Mondo, avendo origini più recenti. Sorgeranno in seguito la scuola domenicale e una scuola diurna con un centinaio di alunni, l’Unione giovanile e una Società femminile di beneficienza.

Il Tempio

Nel 1899, sul terreno donato dal Belleci e con il generoso sostegno economico della comunità svizzera ma anche di tanti altri membri, si edifica il Tempio di via Naumachia. Fecondi gli anni seguenti con contatti con la camera del lavoro, col circolo socialista. I pastore fu anche redattore del principale giornale locale. Frutto di questa attività fu il cambiamento di opinione sugli evangelici da parte delle istituzioni e di molti semplici cittadini. Si segnala anche una vasta diaspora in molti paesi della provincia. La presenza della folta colonia svizzera portò anche alla istituzione di un culto in lingua tedesca. Dopo il 1940 la comunità raggiunge il massimo di 226 membri. Negli anni dell’anteguerra e della guerra opera a Catania un estroverso e geniale intellettuale che è Teodoro Balma, laureato a Catania e lettore di lingua francese. Scrive sui giornali, tiene conferenze di alto livello fonda una collana di opuscoli a carattere storico e la rivista Persona.  Dopo anni di continua crescita, in seguito ai bombardamenti e al conseguente sfollamento, dal 1943 al 1946 le attività vennero smesse e ai culti poterono partecipare solo poco più di una decina di persone. Solo dopo il 1946 comincerà una lenta ricrescita che, tra alterne fortune, ci porterà ai giorni nostri.

Riguardo alla costruzione edile del Tempio di Catania, non si ha notizia di professionisti tecnici che ne vantino la progettualità, mentre l’anno di edificazione risulta essere il 1890 sia dall’epigrafe summenzionata, sia dal dizionario biografico della Società di Studi Valdesi, in cui si legge come un certo Vincenzo Trobia (18 dicembre 1853 – 27 febbraio 1929), capomastro originario di Caltanissetta, convertitosi al protestantesimo, maestro e evangelista della Chiesa Valdese, si sia trasferito a Catania nel 1889, dedicandosi alla supervisione dei lavori di costruzione del tempio, che pare si siano conclusi alla fine di quello stesso anno.
Non così nella ricerca sociologica a cura di Renato D’Amico, ” Diffusione e differenziazione dei modelli culturali in una metropoli mediterranea. Indagine sui gruppi e i movimenti religiosi non cattolici presenti a Catania”, che fa risalire l’edificazione del Tempio valdese al 1899. Una discordanza di dieci anni.

Più fonti, tuttavia, ivi compresa la suddetta Indagine a cura di Renato D’Amico, rintracciano nel 1869 la nascita ufficiale, con il pastore Augusto Malan, della Chiesa valdese di Catania, intesa come comunità. Nel primo decennio del 1900, poi, la comunità cresce nel circondario, da Giarre a Misterbianco, a Paternò, Augusta e Caltagirone. L’architettura del tempio presenta nel prospetto caratteristiche riconducibili al gusto “eclettico” di fine Ottocento. Posta in posizione arretrata rispetto al fronte degli edifici attigui lungo la via Naumachia, lascia posto ad un piccolo sagrato delimitato dalla sede stradale da una semplice ringhiera in ferro. Il fronte, concordemente alla tipologia della copertura, è “a capanna”, concluso all’interno da un timpano scorniciato, da un basamento bugnato e dalle paraste cantonali anch’esse bugnate.

La navata unica interna è denunciata all’esterno dalla presenza di un unico ingresso centrale posto a quota superiore rispetto a via Naumachia. L’ingresso è sormontato da una piattabanda orizzontale ed un arco bugnato.

Per l’intera altezza del portone di ingresso il prospetto presenta un basamento in pietra bianca a fasce orizzontali, che si conclude con una cornice che racchiude al suo interno anche l’arco centrale. Due finestre ad arco a tutto sesto si aprono simmetricamente a destra e sinistra del portone ad altezza della cantoria interna, illuminando l’interno. Sono sormontate da cornici ad arco che corrono, rettilinee, per la restante larghezza del prospetto e da cui, al centro, pende una fascia orizzontale con la scritta “CHIESA EVANGELICA”.

Oltre il livello del soffitto cassettonato del Tempio, all’esterno sono collocate tre finestre, simmetricamente disposte, tutte ad arco a tutto, la centrale di altezza maggiore. Nessuna corrispondenza con l’interno del Tempio, ma con i locali destinati al Pastore, il cui livello del piano di calpestio è segnato all’esterno da una fascia con cornice.

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La comunità oggi: la biblioteca e l’impegno sociale

Con le chiese cattoliche, da circa venti anni ad oggi, c’è collaborazione. Un ecumenismo, uno scambio di dialogo. Nei confronti degli abitanti del quartiere, abbiamo un confronto positivo. Ci conoscono e ci riconoscono tutti, anche se ci chiamano “gli Evangelisti”, erroneamente perché il termine indica gli Apostoli di Cristo. Anche se, chiaramente, noi siamo qui in un quartiere difficile, a rischio, siamo nel cuore di San Cristoforo, ma con l’apertura nel marzo 2015 della nuova biblioteca, ci siamo ripromessi e ci ripromettiamo di avere un rapporto molto più stretto col quartiere. Riceviamo diversi bambini che si fermano qui a parlare, leggere, giocare. Sono bambini molto curiosi e ci tengono compagnia. Bisogna dire che, come Biblioteca Valdese, abbiamo avuto un altro sito per molti anni in Via Cantarella, sede di molte associazioni, tra cui l’Arci e la Comunità eritrea, molto numerosa a partire dagli anni ’70. Quella che oggi vede qui come biblioteca, era un tempo un teatrino, poco sfruttato, oggi ristrutturato e riconvertito a più usi, quali biblioteca, teatro per eventi culturali, cineforum, concerti, dibattiti e conferenze. Anche il giardino qui a fianco, prima una selva, è stato messo in condizione d’essere fruito dalla cittadinanza. Via Cantarella fu anche sede dell’abitazione dei pastori con la famiglia, succedutisi a Catania. Per molto tempo lì, c’è stata una piccola biblioteca, mentre l’idea di accogliere più libri è nata da due donazioni, ovvero quella del Professore Salvatore Navarria, valdese storico, docente di filosofia, e quella del professore laico Mario Crifò. Sua figlia donò i libri con il preciso scopo di comporre una biblioteca corposa. I volumi competono diverse materie: teologia, filosofia, storia delle religioni, storia e scienze sociali. Il Prof. Mario Crifò era un laico dalla smisurata passione per la cultura. Oggi, custodiamo circa 5000 testi in corso di catalogazione.
Anche nel 2015 è stato presentato un progetto alla commissione valdese per il finanziamento di ulteriori attività e per l’ampliamento dell’allestimento della biblioteca, i cui testi di filosofia, letteratura, poesia e arte non hanno ancora collocazione. Il teatrino tutt’ora esistente, era prima utilizzato anche per la scuola dominicale per i bimbi, ovvero una sorta di catechismo, un insegnamento della Bibbia ai bimbi.

Attualmente, i membri attivi sono circa una trentina. Un po’ più numerosi gli iscritti, ovvero circa ottanta, con parecchi simpatizzanti. Un’esperienza unica in Italia, è l’avere un unico pastore sia per la Comunità Battista sia per quella Valdese. L’esperienza che vantiamo da una ventina d’anni fa sì che due comunità che prima erano distinte, ci veda più vicini e ci renda fratelli in Cristo.

I pastori che si sono succeduti alla guida della comunità, dopo Belleci, Lissolo, Kay, Appia e Malan, sono stati: Teodoro Balma, Enrico Corsani, Pier Luigi Jalla, Giovanni Peyrot, Eugenio Rivoir, Samuele Gianbarresi, Aldo Varese, Mario Berutti, Almut Dieckmann, Ermanno Genre e poi Mauro Pons, Uve Habenicht, Italo Pons, Francesco Sciotto, Davide Rostan, Laura Testa e, l’attuale pastora, Silvia Rapisarda.

 

Per saperne di più:  articolo di Italo Pons sulla origine della chiesa valdese a Catania, pubblicazione della Claudiana “100 anni di storia valdese” e la lettera pastorale per la ricorrenza del 50° annuale del Tempio Valdese di Catania.