26 gennaio 2019: Eutanasia e Suicidio assistito. Una prospettiva protestante

Sabato 26 gennaio a cura delle chiese battista e valdese di Catania, e dell’associazione “prof. S. Navarria” incontro, presso la biblioteca “Navarria – Crifò”, sul tema “eutanasia e suicidio assistito: una prospettiva protestante”.

L’evento, che ha raccolto un ampio pubblico, seguiva gli esiti delle assemblee Sinodali valdese 2017, 2018 e Generale 2018 dell’UCEBI le quali avevano discusso il documento “È la fine, per me l’inizio della vita”. Eutanasia e suicidio assistito: una prospettiva protestante” – redatto dalla Commissione Bioetica delle Chiese Battiste, Metodiste e Valdesi – e deliberato di consegnarlo alla successiva riflessione delle chiese.

La dott.ssa Ornella Sala.

A relazionare sono stati la dott.ssa Ornella Sala ( medico specialista in gastroenterologia ) e il prof. Enrico Benedetto ( docente di Teologia pratica presso la Facoltà Valdese di Roma. Pastore protestante valdese).

La dott.ssa Sala ha svolto un’ampia esposizione sia della normativa in atto ( Legge 22 dicembre 2017, n. 219 “Norme in materia di consenso informato e di disposizioni anticipate di trattamento” ) sia del già citato documento “eutanasia e suicido assistito”.

Il prof. Benedetto ha sviluppato il tema secondo una prospettiva cristiana, di tipo relazionale piuttosto che dottrinale.

Catania 26 gen 2019. Incontro su "Eutanasia e suicidio assistito". Il prof. E. Benedetto e la Dott.ssa O. Sala.
Il prof. E. Benedetto e la Dott.ssa O. Sala.

Punti chiari della legge, come esposto dalla relatrice, sono il divieto dell’eutanasia, del suicidio assistito, dell’accanimento terapeutico e il fatto che in “presenza di sofferenze refrattarie ai trattamenti sanitari, il medico può ricorrere alla Sedazione Palliativa Profonda Continua in associazione con la terapia del dolore, con il consenso del paziente” ( SPPC).

Proprio su quest’ultimo punto la relatrice ha sottolineato che, qualora si ricorresse alla SPPC,  il malato passerebbe, in uno stato di completa incoscienza, dalla vita alla morte: come se la sua anima fosse separata dal corpo, come se già fosse spezzata la sua interezza di corpo, anima, spirito. Quindi con la SPPC il malato si trova di fatto ad essere già morto e questo è un problema etico rilevante.

La relatrice ha offerto un sintetico panorama delle normative in vigore in altri stati per quanto attiene al problema del fine vita.

Ovviamente la relatrice ha illustrato altri punti nodali della citata legge come il “diritto all’informazione” e “l’alleanza terapeutica fra malato e medico”.

Non si è neanche sottratta dal riferire che il fine vita è un problema complesso non solo per i suoi aspetti clinici ed esistenziali ma per gli aspetti ideologici. Esistono due scuole di pensiero:

  1. a) Quelli che sostengono il valore assoluto della vita e della sua sacralità e per i quali la vita è un dono di Dio.
  2. b) Quelli che sostengono l’autonomia individuale nel decidere della propria vita di fronte alla sofferenza, mettendo in evidenza l’aspetto materiale e la qualità della vita.

Catania 26 gen 2019. Il prof. Enrico Benedetto.

Il prof. Benedetto ha fatto comprendere che una lettura ottusa delle Scritture può essere di ostacolo alle richieste che possono provenire dal malato oppresso da una sofferenza insopportabile: il “tu partorirai i figli con dolore” scritto in genesi diventò per secoli il rifiuto di ogni terapia antalgica.

Il racconto di genesi ( Dio induce un sonno profondo in Adamo onde toglierli una costola ) diventò, più recentemente, uno dei grimaldelli per non considerare l’anestesia un intervento indebito.

Ha richiamato altresì la figura di Gesù. “Egli non si occupava di casistica, di quadro giuridico, di normatività. …. Gesù non incontrava casi ma trovava persone ( .. ) il suo modo di procedere ci dice che …. non aveva un concetto della sacralità della vita ma insistevasull’unicità e dignità della vita: perché la vita sia vita; non basta vivere!”

Infine, a proposito del testamento biologico, ha reso accorti sul fatto che  “chi è orientato verso un testamento biologico spesso tiene conto di un elemento di cui nessun legislatore potrebbe farsi carico: « non voglio essere di peso ai miei cari». Se tradizionalmente i non malati si preoccupano dei malati, in condizioni di accresciuta solitudine sono i malati che si preoccupano dei non malati, soprattutto se sono genitori”.

“Dietro quella frase c’è la paura, non solo della morte, ma di essere lasciati soli nel momento più difficile della vita”.

Ma in questo modo la dimensione del suicidio in nome degli altri, si accresce e ciò va considerato”. Il fine vita diventa così un groviglio di solitudini ( del malato, dei curatori d’anime, dei medici, degli amici, ..) ed è importante che in quei momenti queste solitudini imparino a parlarsi”.

14 ottobre 2018: Avvio nuovo anno catechetico

Con un culto, svolto nei locali di chiesa adibiti alle attività sussidiarie, partecipato sia dagli adulti sia dai bambini/e si è dato ufficialmente inizio – domenica 14 ottobre 2018 presso il tempio della chiesa valdese ( via Naumachia 18 Catania )  – al nuovo anno della Scuola Domenicale

Silvia Rapisarda, pastora delle chiese battista e valdese di Catania, ha condotto la speciale liturgia nel corso della quale l’annuncio del Vangelo è stato fatto ( con parole, segni, simboli, filmati, slide, animazioni, canti ) a misura della comprensione di un pubblico tanto eterogeneo per età.

È stato reso noto il filo conduttore della Scuola Domenicale di questo nuovo ecclesiastico e mostrati i pannelli dove di volta in volta verranno applicati i lavori svolti dai fanciulli / dalle fanciulle.

Quest’anno, seguendo il programma della rivista “La Scuola Domenicale” [ rivista del Servizio Istruzione ed Educazione ( S.I.E.) della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia ( F.C.E.I.)] il tema sarà quello del Vangelo Di Giovanni: i “segni” e gli “io sono” di Gesù.

Perciò, nel corso degli incontri domenicali i bambini / le bambine saranno portati/e a riflettere e poi comporre dei disegnini su “il profeta e l’agnello”, “il segno della festa”, “il segno della guarigione”, … “io sono la via, la verità e la vita”, “io sono la vera vite”.

I disegnini, già presenti in bozza nel materiale didattico, dovranno essere applicati su un grande poster del Vangelo di Giovanni. Un poster, disegnato da Umberto Stagnaro, che rappresenta un paesaggio montagnoso con il mare sullo sfondo a rappresentare la Palestina.

Nelle intenzioni dei redattori di “La scuola domenicale” le lezioni domenicali dovrebbero snodarsi come “viaggio attraverso il Vangelo di Giovanni: si parte con il Prologo. In questa bellissima poesia Gesù viene presentato come il Cristo di Dio. Ci troviamo in alto, presso Dio. Nel corso del racconto dell’evangelista, Gesù si abbassa verso l’umanità per ritornare poi verso il Regno dei cieli. L’artista [ Umberto Stagnaro] ha cercato di dare visibilità a questo movimento narrato nel Vangelo di Giovanni con il percorso che scende dalla montagna, attraversa la valle e risale su un’altra montagna. Sulla pianura si trovano i riferimenti biblici alle sette parole “Io sono.. “ presenti solo nel Vangelo di Giovanni.

Le avverse condizioni meteo della giornata non hanno permesso ad alcuni bambini che abitano in paesini dell’hinterland catanese di essere presenti a questo speciale culto.

Al momento attuale la Scuola Domenicale è frequentata da una mezza dozzina di bambini/bambine: Laura, Ian, Natan, Alessandro, Lorenzo, Eleonora, Paolo.

Le monitrici, coordinate dalla pastora, sono attualmente Sara, Dora, Carla, Maria Luisa.

Quella della Scuola Domenicale è una sfida severa per le nostre chiese. Forse, non sempre, presso le famiglie, si coglie l’importanza che essa ha per il presente e il futuro dei nostri fanciulli / delle nostre fanciulle in riferimento alla loro istruzione religiosa, alla loro formazione di un’identità evangelica e infine alla trasmissione della fede. Questo nel contesto di una realtà esterna molto complessa, nella quale sono presenti molte interazioni:

– una religione di maggioranza che invade gli spazi della scuola pubblica, dell’informazione, delle risorse pubbliche;

– stili di vita secolarizzati dominati dal consumismo, edonismo, indifferenza per i problemi degli ultimi, della giustizia, della salvaguardia del creato;

– dominio dell’informazione essenzialmente attraverso Internet e i social associati, i quali mediante il controllo dei big data consentono ormai di soggiogare e orientare le masse per il tornaconto delle più svariate lobby politiche ed economiche.

Le nostre chiese, pur nella limitatezza dei loro mezzi e delle risorse umane disponibili, cercano di dare il massimo sia a livello locale che nazionale, considerato che la FCEI ha uno specifico settore il S.I.E. che ( avvalendosi di molti e competenti collaboratori / collaboratrici ) pubblica materiale didattico di qualità.

Ma se manca il contributo attivo delle famiglie ogni attività delle chiese è vana. Fare esempi esplicativi su questo argomento richiederebbe, di per se, un capitolo a parte.

Ringraziamo perciò il Signore che nella sua benignità ci concede la Sua Grazia, e assidui nella preghiera, confidiamo nelle Sue benedizioni per i nostri fanciulli / le nostre fanciulle, le nostre monitrici, le nostre famiglie.

27 agosto 2018: Battisti, valdesi e luterani a Catania per la nave Diciotti.

Centinaia di manifestanti nella città etnea per chiedere lo sblocco della situazione dei migranti.

Battisti, valdesi e luterani a Catania per la nave Diciotti

Passerà alla storia, o più semplicemente alla cronaca, come “la protesta degli arancini” la manifestazione pro-migranti tenuta al porto di Catania il 22 agosto. Centinaia di manifestanti hanno voluto dare un benvenuto ai migranti segregati sulla Diciotti ed esprimere il loro dissenso contro la politica del ministro Salvini e del governo Lega-M5S.

Sconcertante è apparso il braccio di ferro ingaggiato dal Governo italiano contro le Istituzioni comunitarie al fine di piegare i Paesi europei, senza precisare quali, ad accogliere le richieste italiane, facendo pagare il costo della sfida a povere persone, provate da tutto ciò che significa oggi l’emigrazione dall’Africa e titolari di diritti inalienabili, come quelli che spettano a chi scappa da conflitti armati.   Le chiese battista, luterana e valdese, che da anni sono impegnate in servizi di accoglienza, alfabetizzazione e tutoraggio si sono ritrovate in prima linea o, comunque, ben addentro ai motivi della protesta e della denuncia.

Già il 15 luglio, nel corso di un culto sulle pendici dell’Etna, battisti/e e valdesi avevano approvato un documento dal titolo “Per un mondo diverso. Basta morti nel Mediterraneo” (Cfr. Riforma.it dell’1/8/2018). Lì si ritrovano i temi trattati, con accenti diversi, dai manifestanti che si sono impegnati al porto di Catania fino alla manifestazione regionale conclusiva del 25 agosto.

Attorno a uno striscione multicolore (opera di Silvia Rapisarda), con scritto «Il mondo ci piace senza frontiere e colorato, così Dio lo ha creato (chiese battista e valdese)» si sono ritrovati fratelli e sorelle di diversa età (non più giovanissima) per testimoniare un modo diverso di rapportarsi con i problemi odierni e per dire che questo non è il mondo che Dio ha voluto e per il quale Cristo ha dato la sua vita.   Lo striscione veniva fotografato molto, ma sollecitava diverse domande.

Fortunatamente i militanti di Ordine Nuovo e di CasaPound ci hanno fatto il favore di andare altrove. Abbiamo sentito però le solite obiezioni: portateveli a casa vostra; se apriamo a questi, ci ritroviamo qui tutta l’Africa e non c’è posto per tutti; i nostri giovani non trovano lavoro e sono costretti ad emigrare; abbiamo molti poveri in mezzo a noi… Il ritornello è il solito e lo conosciamo a memoria. Anche le nostre risposte appaiono trite e ritrite. Ma non possiamo tacere sul bisogno di una conversione da parte di tutti, a cominciare da chi gestisce la finanza internazionale; dai governi che ripetono le stesse scuse, con colori diversi; dai singoli che danno sempre la colpa agli altri e non si assumono le proprie responsabilità; da chi alimenta clientelismi e corruzione, con annessa delinquenza e illegalità a vari livelli.

A conclusione la manifestazione veniva allietata dalla notizia che i migranti avevano ricevuto il permesso di lasciare la nave, ma è stata rattristata da una carica, a parer di chi scrive, ingiustificata in cui un poliziotto si lanciava in un’impresa individuale e colpiva un manifestante, lasciandolo a terra bisognoso di soccorso.

Marzo 2018: Giornata Mondiale di preghiera

Quest’anno la liturgia è stata preparata dalle donne del Surimane e il tema da loro scelto è: “Tutta la creazione di Dio è molto buona!”.

Qui a Catania il culto è organizzato da donne anglicane, avventiste, battiste, dell’esercito della salvezza, luterane, del movimento dei focolari, valdesi.

Dopo il culto ci sarà l’AGAPE comunitaria, ciascuno/a porta qualcosa da mangiare e la si condivide. A seguire ci sarà l’INCONTRO COMUNITARIO sul DOCUMENTO SULL’ECUMENISMO della Commissione nazionale delle chiese  battiste, metodiste e valdesi. Domenica ricca! 

16 marzo 2018: Incontro con lo scrittore.

Anche questa settimana vi proponiamo la presentazione di un libro, in collaborazione con le chiese valdese e battista di Catania e con la Comunità dell’Arca di Lanza Del Vasto: “La Trasformazione dei Conflitti. Un percorso formativo”, edizioni Claudiana.

Direttamente dagli Stati Uniti sarà con noi l’autrice Marinetta Cannito Hjort, formatrice e consulente internazionale in materia di Trasformazione dei conflitti e Restorative Justice.