Silvia Rapisarda, pastora delle chiese battista e valdese di Catania, ha condotto la speciale liturgia nel corso della quale l’annuncio del Vangelo è stato fatto ( con parole, segni, simboli, filmati, slide, animazioni, canti ) a misura della comprensione di un pubblico tanto eterogeneo per età.
È stato reso noto il filo conduttore della Scuola Domenicale di questo nuovo ecclesiastico e mostrati i pannelli dove di volta in volta verranno applicati i lavori svolti dai fanciulli / dalle fanciulle.
Quest’anno, seguendo il programma della rivista “La Scuola Domenicale” [ rivista del Servizio Istruzione ed Educazione ( S.I.E.) della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia ( F.C.E.I.)] il tema sarà quello del Vangelo Di Giovanni: i “segni” e gli “io sono” di Gesù.
Perciò, nel corso degli incontri domenicali i bambini / le bambine saranno portati/e a riflettere e poi comporre dei disegnini su “il profeta e l’agnello”, “il segno della festa”, “il segno della guarigione”, … “io sono la via, la verità e la vita”, “io sono la vera vite”.
I disegnini, già presenti in bozza nel materiale didattico, dovranno essere applicati su un grande poster del Vangelo di Giovanni. Un poster, disegnato da Umberto Stagnaro, che rappresenta un paesaggio montagnoso con il mare sullo sfondo a rappresentare la Palestina.
Nelle intenzioni dei redattori di “La scuola domenicale” le lezioni domenicali dovrebbero snodarsi come “viaggio attraverso il Vangelo di Giovanni: si parte con il Prologo. In questa bellissima poesia Gesù viene presentato come il Cristo di Dio. Ci troviamo in alto, presso Dio. Nel corso del racconto dell’evangelista, Gesù si abbassa verso l’umanità per ritornare poi verso il Regno dei cieli. L’artista [ Umberto Stagnaro] ha cercato di dare visibilità a questo movimento narrato nel Vangelo di Giovanni con il percorso che scende dalla montagna, attraversa la valle e risale su un’altra montagna. Sulla pianura si trovano i riferimenti biblici alle sette parole “Io sono.. “ presenti solo nel Vangelo di Giovanni.
Le avverse condizioni meteo della giornata non hanno permesso ad alcuni bambini che abitano in paesini dell’hinterland catanese di essere presenti a questo speciale culto.
Al momento attuale la Scuola Domenicale è frequentata da una mezza dozzina di bambini/bambine: Laura, Ian, Natan, Alessandro, Lorenzo, Eleonora, Paolo.
Le monitrici, coordinate dalla pastora, sono attualmente Sara, Dora, Carla, Maria Luisa.
Quella della Scuola Domenicale è una sfida severa per le nostre chiese. Forse, non sempre, presso le famiglie, si coglie l’importanza che essa ha per il presente e il futuro dei nostri fanciulli / delle nostre fanciulle in riferimento alla loro istruzione religiosa, alla loro formazione di un’identità evangelica e infine alla trasmissione della fede. Questo nel contesto di una realtà esterna molto complessa, nella quale sono presenti molte interazioni:
– una religione di maggioranza che invade gli spazi della scuola pubblica, dell’informazione, delle risorse pubbliche;
– stili di vita secolarizzati dominati dal consumismo, edonismo, indifferenza per i problemi degli ultimi, della giustizia, della salvaguardia del creato;
– dominio dell’informazione essenzialmente attraverso Internet e i social associati, i quali mediante il controllo dei big data consentono ormai di soggiogare e orientare le masse per il tornaconto delle più svariate lobby politiche ed economiche.
Le nostre chiese, pur nella limitatezza dei loro mezzi e delle risorse umane disponibili, cercano di dare il massimo sia a livello locale che nazionale, considerato che la FCEI ha uno specifico settore il S.I.E. che ( avvalendosi di molti e competenti collaboratori / collaboratrici ) pubblica materiale didattico di qualità.
Ma se manca il contributo attivo delle famiglie ogni attività delle chiese è vana. Fare esempi esplicativi su questo argomento richiederebbe, di per se, un capitolo a parte.
Ringraziamo perciò il Signore che nella sua benignità ci concede la Sua Grazia, e assidui nella preghiera, confidiamo nelle Sue benedizioni per i nostri fanciulli / le nostre fanciulle, le nostre monitrici, le nostre famiglie.