11 aprile. Formazione e pandemia… Come bere un bicchier d’acqua

Incontro di formazione gratuito, online, in vista dell’anniversario dei 70 anni del centro ecumenico internazionale in provincia di Torino, nelle valli valdesi. Domenica si parla di come gestire le relazioni in presenza dopo un anno di pandemia

Foto Manki Kim / Unsplash

Roma (NEV), 9 aprile 2021 – Si tiene domenica 11 aprile l’incontro gratuito su zoom del ciclo “AgAperitivi… Verso il Campo Formazione”.

Si tratta di una delle diverse iniziative proposte dal Centro ecumenico internazionale “Agape”, (nelle Valli valdesi, in provincia di Torino) in occasione dei 70 anni dalla sua fondazione.

Stiamo parlando di “Agape InVita”, un percorso di avvicinamento alla tre-giorni di festeggiamenti in presenza che si terrà all’inizio di settembre. Più precisamente, come si legge nella presentazione, “un ciclo di incontri online che ruota attorno a varie tematiche care al mondo agapino. Spiritualità. Volontariato. Vita comunitaria. Genere. Architettura. Formazione. Politica. Territorio”.

L’AgAperitivo della prossima domenica sarà un incontro dedicato alla formazione.

Appuntamento dalle 18 alle 20.

Titolo: Come bere un bicchier d’acqua! Come gestire le relazioni in presenza dopo un anno di pandemia?

Presentazione.

L’estate si avvicina e con la bella stagione arriva anche il desiderio di rivederci e proporre o partecipare ad attività in presenza, che siano ad Agape o in altri contesti. Ma come riprendere l’interazione dopo un anno di videocall e brevi incontri sporadici? In che modo gestire insieme e con responsabilità lo spazio in presenza, avendo cura non solo di tutelare noi, ma anche tutte le persone con cui lo andremo a condividere? Inoltre, quale margine per stare insieme in modo piacevole? L’incontro nasce dall’esigenza di apprendere e far nostro un approccio comunitario piuttosto che individualistico alla gestione delle relazioni in pandemia.

Gli incontri sono gratuiti e si terranno sulla piattaforma Zoom.

Per iscrizioni scrivete a: ufficio@agapecentroecumenico.org


Foto agapecentroecumenico.org

Agape, centro ecumenico internazionale

La storia di Agape nasce dalla necessità di riconciliazione e di incontro che dopo la seconda guerra mondiale era sentita non solo a livello nazionale ma anche internazionale. La voglia di pace e di ricostruzione hanno ispirato e guidato la realizzazione della struttura e del progetto stesso.

Agape è un progetto ambizioso nato dall’ispirazione del pastore valdese Tullio Vinay. Nato a La Spezia il 13 maggio 1909, Vinay fu senatore della Repubblica dal 1976 al 1983. Partecipò a una commissione d’inchiesta sui crimini in Sud Vietnam, promossa da Amnesty International e Pax Christi. Hanno collaborato alla costruzione e alla vita di Agape giovani e meno giovani da tutto il mondo e di tutte le religioni.

Per maggiori informazioni su Agape Centro Ecumenico: www.agapecentroecumenico.org

12 proposte di pace e disarmo per il Recovery Plan

Culto evangelico di Pasqua in Eurovisione

Domenica di Pasqua, 4 aprile, dalle 10 alle 11, si terrà su Rai 2, all’interno della trasmissione Protestantesimo, il Culto evangelico di Pasqua in eurovisione, trasmesso dalla Chiesa evangelica battista di Grosseto e celebrato dal pastore Luca Maria Negro, presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia.

Foto di Bruno van der Kraan

Roma (NEV), 29 marzo 2021 – Domenica di Pasqua, 4 aprile, dalle 10 alle 11, si terrà su Rai 2, il Culto evangelico di Pasqua in eurovisione, trasmesso dalla Chiesa evangelica battista di Grosseto.

“Quali pensieri avranno accompagnato le donne all’alba di quel mattino, mentre andavano alla tomba di Gesù? Perchè gli undici discepoli accolgono con scetticismo la notizia della risurrezione, riferita loro dalle donne? Dal racconto che i due discepoli di Emmaus fanno al viandante sconosciuto – che più tardi si rivelerà essere il Risorto – emergono rassegnazione, disperazione, incomprensione per la fine tragica di un sogno… I personaggi di questa vicenda riprendono vita in un contesto evocativo che ripercorre, in stile narrativo, le ore drammatiche che hanno preceduto e seguito quell’alba di Pasqua”, si legge nella presentazione del culto.

Il culto sarà presieduto dal pastore della comunità, nonché presidente della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI), Luca Maria Negro. Il coordinamento musicale sarà a cura di Alberto Annarilli e Francesco Iannitti, del Ministero musicale dell’Unione cristiana evangelica battista d’Italia (UCEBI). Al flauto Jana Hildebrandt, violoncello Michele Lanzini, pianoforte Francesco Iannitti Piromallo, soprano Silvia Striato, contralto Amanda Ferri, tenore Matteo Bagni, baritono Gabriele Spina. In esterna, canteranno elementi dell’associazione musicale Luigi Antonio Sabbatini di Albano Laziale e del coro Voice of Grace di Ariccia, diretti da Alberto Annarilli. Alle percussioni Matteo Martizzi.

@Copyright Agenzia NEV

Giovani metodisti per il clima

Giovani metodisti che collaborano al progetto internazionale di avvicinamento alla Cop26, Conferenza ONU sul cambiamento climatico, hanno aderito alla Giornata globale per l’azione per il clima dello scorso 19 marzo

Roma (NEV), 23 marzo 2021 – Giovani metodisti che collaborano al progetto internazionale di avvicinamento alla Cop26, la Conferenza ONU sul cambiamento climatico, hanno aderito alla Giornata globale per l’azione per il clima dello scorso 19 marzo.

Organizzata, fra l’altro, dai movimenti Fridays For Future (FFF) di tutto il mondo, la Giornata ha visto la partecipazione e il coinvolgimento di moltissimi giovani. Essi hanno protestato per chiedere ai leader mondiali azioni immediate per la giustiza climatica.

In questa occasione i giovani metodisti, attraverso una manifestazione online, hanno lanciato il messaggio della campagna internazionale che racchiude anche il senso del progetto: “Noi crediamo nella giustizia climatica per tutte e tutti”.

“In primo luogo, attraverso questo messaggio, intendiamo comunicare il ruolo della fede – scrivono i giovani metodisti – . In secondo luogo, desideriamo menzionare la giustizia climatica, visto che la crisi climatica è un tema di ingiustizia. Perciò, sembrava giusto per noi, come cristiani, sottolinearlo. Infine, dicendo che è ‘per tutte e tutti’, vogliamo anche ricordare la dichiarazione di John Wesley, fondatore della Chiesa metodista, in cui si mette in evidenza che l’amore di Dio è per tutte e tutti. Allo stesso tempo, è importante rimarcare che quando lottiamo per la giustizia climatica non lo facciamo solo per un piccolo numero di individui ma per tutte e tutti, nessuno escluso”.

Irene Abra, referente per l’Italia per il progetto Giovani Metodisti per  la COP26, ha dichairato: “La crisi climatica è un problema che colpisce ognuno di noi seppur in maniera diversa, dunque è nostro dovere e soprattutto responsabilità affrontarla insieme. Questa iniziativa dei #FridaysForTheFuture insieme a quella della nostra campagna ‘Giustizia climatica per tutte e tutti’ vuole rimarcare che indipendentemente dalla nostra età o dalla parte del mondo in cui viviamo, si può agire collettivamente per un futuro giusto ed equo e per il bene del nostro pianeta.”

Sara Cortini, collaboratrice progetto Giovani Metodisti per la COP26, ha a sua volta detto: “Rispettare l’ambiente nelle nostre azioni quotidiane sembra sempre troppo poco e tremendamente solitario. Questo progetto, così come tutte le iniziative legate ai #FridaysForTheFuture, è un’occasione ideale per trasformare, insieme agli altri shapers sparsi in tutto il mondo, alleati più grandi o più piccoli, le frustrazioni di un futuro che si prospetta catastrofico in un pozzo di motivazione, ispirazione e speranza con cui alzare la voce e dare un’impronta decisiva e concreta verso un avvenire più verde e più pulito”.

Foto FFF Torino, 2021

Il progetto internazionale è ideato dalla Chiesa Metodista Britannica in collaborazione con il Joint Public Issues Team (JPIT) e All We Can, ente benefico per il sostegno e lo sviluppo.

Per la parte italiana, l’iniziativa è seguita e cofinanziata dall’Opera per le Chiese Evangeliche Metodiste in Italia (OPCEMI), con la collaborazione della Commissione globalizzazione e ambiente (Glam) della Federazione delle chiese evangeliche in Italia nella persona della sua coordinatrice, Antonella Visintin.

Sono previsti visite nelle comunità, convegni e progetti in collaborazione con la Federazione giovanile evangelica (FGEI), così come iniziative internazionali. Sono coinvolti anche giovani metodisti nello sviluppo di un’attività lunga un anno, insieme alle referenti regionali dello Zambia, delle Fiji e del Regno Unito che compongono il team internazionale di lavoro.

Qui la locandina del progetto OPCEMI. 

Scuola Domenicale 2020/21: alla scoperta dell’Amicizia.

La scuola domenicale di Catania è costituita dai bimbi e dalle bimbe della chiesa Battista di via Capuana e della Chiesa Valdese della città. In questo periodo di pandemia i nostri incontri si svolgono su zoom.us.

Ogni anno seguiamo un tema generale; il tema di quest’anno 2020-2021 è l’Amicizia. In particolare quest’anno abbiamo imparato a conoscere le storie di amicizia del profeta Daniele.

Puoi partecipare anche tu ai nostri incontri. Scrivi a catania.battista.valdese@gmail.com per ricevere il link di accesso.

Ecco alcune rappresentazioni delle nostre bambine e dei nostri bambini ispirate alla storia del profeta Daniele:

I quattro amici tra le fiamme
Re Nabucodonosor

Altre invece ispirate alla vita di ogni giorno:

21 febbraio 2021: Un giorno particolare.

Di Francesco Boschi.

Domenica 21 Febbraio le Chiese Valdese e Battista di Catania hanno celebrato presso il Tempio di via Naumachia la festa del 17 Febbraio: pur nel rispetto dei tempi e delle regole anti-Covid il Culto è stato arricchito da momenti significativi che hanno permesso alla comunità di vivere momenti di gioia e di vera comunione.

L’inizio del Culto è stato caratterizzato dalla gioia e, tramite le parole del Salmo 68, dal ringraziamento al Signore che ci ha concesso ancora una volta di poterci ritrovare nel Suo nome e che ci accompagna nel momento di generale difficoltà che stiamo vivendo: la possibilità di celebrare il Culto in presenza (oltre che in diretta sulla pagina Facebook delle Chiese Valdese e Battista di Catania) è vissuta dalla nostra comunità con attenzione e gratitudine, nella consapevolezza che ritrovarsi la Domenica per il Culto non è al momento possibile per alcune delle nostre Chiese in altre parti d’Italia. Pur nella rinuncia a momenti significativi della celebrazione come il canto comunitario e la Cena del Signore, siamo tutte e tutti grati per l’opportunità di pregare insieme ed anche di scambiare anche solo uno sguardo oltre la mascherina o di avere una breve conversazione con i fratelli e le sorelle. Preghiamo il Signore che presto si possano nuovamente condividere in sicurezza tutti i momenti del Culto!

L’intensa preghiera di ringraziamento ha sottolineato come Dio sia il luogo della consolazione dagli affanni del nostro incerto presente e dove la nostra gioia è perfetta, e anche come la Sua benevolenza si rivela sempre e di nuovo nella vita delle Chiese ed in quella dei suoi figli e figlie.

Il Culto è proseguito con la predicazione del fratello Ernesto Barnobi incentrata sulla difficile tematica del perdono dei nemici come descritta in Lc 6, 27-31: il perdono rappresenta forse la più difficile tra le sfide che la Parola di Dio nella Bibbia pone davanti a noi, ma l’altezza di queste sfide rispetto alla nostra natura creaturale non deve essere vissuta come un alibi per farla restare lettera morta, in qualche modo “paradossale”. Le sfide a cui il Signore ci sprona ci spingono all’azione dettata dall’amore come risposta alla maledizione e all’insulto e non certo alla passività verso il male e le ingiustizie del mondo.

Dopo la predicazione abbiamo vissuto con gratitudine il momento gioioso dell’Ammissione del fratello Livio Cinardi come nuovo Membro della Chiesa Valdese. Livio ha incontrato le nostre Chiese da circa un anno dopo una lunga e intensa esperienza nella Chiesa Cattolica Romana trovando, nella frequentazione della comunità e nel dialogo con la Pastora Silvia, una nuova casa spirituale ed una nuova opportunità di proseguire la relazione col Padre, come espresso nella sua confessione di fede. Tramite la stessa confessione Livio ha condiviso con noi come “L’essenziale, la priorità, è per me la relazione personale con il Padre. Un Padre che è anche Madre, e che per me ha sempre avuto il volto incontrato da Gesù di Nazareth. L’esperienza di fede, di vita, di Gesù è per me il riferimento. Non c’è altro.” Un caloroso applauso e l’esecuzione da parte della nostra organista dell’Inno 142 hanno sottolineato questo momento di gioia ed hanno in parte sopperito all’impossibilità di stringersi fisicamente attorno al nuovo fratello e Membro di Chiesa.

L’ultima parte del Culto è stata quella più specificamente dedicata alla festa del 17 Febbraio, che è stata ricordata dalla Presidente del Consiglio di Chiesa Vivien Briante con l’aiuto di alcuni video che hanno sottolineato l’assoluta attualità di una festa che pure nasce da un evento lontano nel tempo, le Lettere Patenti del 17 Febbraio 1848. Un messaggio che sprona noi evangelici di oggi alla missione, all’evangelizzazione e alla difesa della libertà religiosa, così come quei lontani fratelli e sorelle che una volta ottenuta la libertà corsero a condividere il proprio credo con nuovi fratelli e sorelle nel resto d’Italia. Dopo un divertente video dedicato alla realizzazione dei classici falò che caratterizzano la sera del 16 Febbraio alle Valli Valdesi, il momento di celebrazione della festa della libertà si è concluso, come da tradizione, con il Giuro di Sibaud, purtroppo attraverso un video e non cantato dalla comunità, sempre nel rispetto delle regole anti-Covid e con la speranza unire le nostre voci il 17 Febbraio 2022 nuovamente vicini, anche fisicamente, gli uni alle altre.

3 ottobre 2020: Giornata nazionale della memoria delle vittime delle migrazioni

La nostra comunità è stata presente oggi alle ore 18:00, in Via Etnea angolo Piazza Duomo,  per promuovere insieme alla Rete Restiamo umani-Incontriamoci e a Mediterranea Saving Humans, la commemorazione delle 368 persone che il 3 ottobre 2013 hanno perso la vita annegando di fronte all’isola di Lampedusa e per denunciare il susseguirsi di simili tragici eventi. Si stima che da quella data a oggi oltre 30.000 persone abbiano perso la vita nel mare Mediterraneo. Solo nell’ultima settimana sono 200 le morti in mare, note, lungo la rotta dalla Libia all’Italia. Il silenzio assordante delle autorità italiane e europee verso queste tragedie che si susseguono anche a causa di politiche ostili e contrarie al diritto internazionale e ai diritti umani, non ci renderà complici. Basta morti nel mediterraneo, basta politiche di criminalizzazione delle ONG che salvano vite in mare, basta esternalizzazione delle frontiere europee e accordi con la Libia, basta respingimenti di massa che violano le leggi internazionali sul diritto d’asilo, basta annoverare la riflessione politica sulle migrazioni nell’ambito della sicurezza. L’essere umano sia la priorità e l’impegno per la conversione di politiche che affamano, sfruttano, producono guerre per l’accaparramento delle risorse naturali, distruggono l’equilibrio dell’ecosistema, diventi la priorità dell’agenda politica mondiale.

23 giugno 2020: Giornata del rifugiato

Aderiamo alla campagna lanciata da 42 organizzazioni, tra le quali la Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia (FCEI) per affermare un mondo fondato sulla solidarietà, l’uguaglianza, la libertà; per affermare i diritti fondamentali della persona sanciti dalla Costituzione italiana e dal diritto europeo internazionale; per contrastare la marginalità sociale e l’erosione dello Stato di diritto; per invocare politiche inclusive per la casa, il lavoro, la salute, la sicurezza climatica e ambientale, l’istruzione; per affermare che i cittadini e le cittadine straniere sono una ricchezza per il nostro Paese da un punto di vista umano, economico, sociale, culturale.
Per l’intero manifesto della campagna visita www.ioaccolgo.it
Per celebrare con noi la giornata mondiale del rifugiato partecipa al culto oggi. Ore 10.30, Via Naumachia 20.

12 Maggio 2020: Servizio TGR “Catania Aiuta”

Il servizio del TGR di oggi sul progetto Catania Aiuta. Il vostro sostegno alla nostra raccolta fondi ci permette di integrare i pacchi spesa che distribuiamo con dei buoni spesa, di modo che le persone e le famiglie assistite possano avere un poco di autonomia nell’acquisto di beni di prima necessità e anche la possibilità di acquistare alcuni prodotti freschi. Insieme ai pacchi spesa, frutto dei carrelli sospesi, dei condomini solidali e di un contributo della Fondazione Angelo D’Arrigo, abbiamo distribuito oltre 200 buoni spesa, del valore di 20euro l’uno. A breve erogheremo una terza tranche di buoni spesa, sempre grazie alle vostre donazioni.  Continuate a sostenerci.
Tablet, kit scuola e pacchi spesa: a Catania la rete della solidarietà - TGR Sicilia

18-25 gennaio 2020: SETTIMANA DI PREGHIERA PER L’UNITÀ DEI CRISTIANI

Quest’anno la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (Spuc) è pensata dalle chiese cristiane presenti sull’isola di Malta. Uno degli stati più fermi, in questi anni, nel respingimento dei barconi carichi di persone in fuga, uno degli stati meno disponibili a fare approdare navi di salvataggio migranti.

Che cosa fanno le chiese cristiane maltesi? Propongono il naufragio di Paolo nei capitoli 27 e 28 del libro degli Atti, della nave su cui l’apostolo Paolo è uno dei prigionieri che i centurioni romani devono portare a Roma, in quelle stesse acque dei naufragi di questi anni.

Un naufragio di 276 persone che comprendono i marinai che fanno gli scafisti, e sono pronti a scappare dall’imbarcazione pur di salvarsi, votando a morte tutti gli altri; i prigionieri, tra cui Paolo, che dovevano essere processati a Roma; i soldati, centurioni romani, che pensano di uccidere tutti i prigionieri pur di non farli scappare, tranne uno di loro che ha preso l’apostolo sotto la sua protezione e che, pur di salvare Paolo, evita la strage degli altri e spinge tutti a gettarsi dalla nave che nel frattempo si è incagliata in una secca: prima quelli che sanno nuotare, poi gli altri che si aggrappano sui rottami della nave.

«E così avvenne che tutti giunsero salvi a terra» (27, 44).
L’autore del testo biblico registra che erano 276 su quella nave, un numero di persone davvero grande, un numero simile a quelli di questi anni, sulle stesse coste, sugli stessi scogli.

Nel naufragio del 3 ottobre 2013 sulle coste di Lampedusa si salvarono poche decine di ragazzi e ne morirono 368, un’ecatombe; e dopo quello molti altri, centinaia e centinaia di morti, uomini, donne, bambini, neonati morti nascendo. Come Aylan Kurdi, il bambino siriano con la maglietta rossa, la cui foto fece il giro del mondo, trovato morto sulla spiaggia di Bodrum, Turchia.
La sua famiglia scappava dalla guerra, da Kobane e voleva andare in Canada.

Il versetto 2 del capitolo 28 dice che i salvati scoprirono di essere su una terra chiamata Malta e che i suoi abitanti «Ci trattarono con gentilezza».
Oggi i cristiani di Malta leggono la Bibbia nella Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, che dice che gli abitanti di Malta hanno accolto i profughi di allora e non solo li hanno lasciati sbarcare: li hanno accolti con una gentilezza non comune e li hanno fatti riscaldare intorno a un fuoco, tutti, senza distinguere tra soldati che erano pronti a uccidere tutti i prigionieri, marinai che erano pronti a scappare e a lasciar morire tutti gli altri, o prigionieri.

Perché questa è l’etica del mare, che i naufraghi siano accolti con bontà, che vanno riscaldati con il fuoco e con la gentilezza, ma questa è anche, dice il racconto degli Atti, la volontà di Dio. Scegliere a Malta di far riflettere tutte le chiese d’Europa sul naufragio di una barca sbattuta dalle onde e spezzata dagli scogli, i cui viaggiatori si salvano e vengono accolti con amore dagli abitanti dell’isola, significa dire che nella Bibbia, grazie a Dio, c’è scritto che non si lascia morire la gente in mare, non la si lascia in preda alla disperazione, ma la si accoglie con bontà “non comune”.

Ma questo testo è scritto certamente per raccontare il viaggio dell’apostolo Paolo e le sue “gesta” nello stile apologetico del libro degli Atti, che raccontano la cura e la provvidenza di Dio per il suo testimone che con l’aiuto di Dio salva la composita e molto umana comunità di naviganti, la incoraggia con la sua fiducia, si nutre e la nutre “spezzando il pane” insieme ai suoi compagni e “dopo aver reso grazie”.

I confini della comunità cristiana non sottostanno ai nostri criteri ma rispondono a quelli del Signore, si può condividere il pane dopo giorni di digiuno e scoprire, in quel pane spezzato con ringraziamento, in quel pane che dà forza al corpo e allo spirito, la comunione gli uni con gli altri e con il Signore e toccare infine la terra ed essere accolti da stranieri che parlano una lingua diversa dalla tua ma che ti accolgono con bontà e gentilezza.

Se in questa Settimana di preghiera saremo stupiti dal calore dell’accoglienza reciproca, dalla comunione in Cristo che ci rende capaci di annunciare la sua Parola, di rendere grazie insieme, di guardarci con bontà e di superare le reciproche chiusure, avremo davvero pregato per la nostra unità e non soltanto rispettato un appuntamento ormai consueto.

(testo originale a cura di Maria Bonafede – Pastora della Chiesa Valdese)